• - -

Matmac

DeletedUser41876

Ospite
Ancora non riuscivo bene ad adeguarmi a quest’ atmosfera rarefatta, il mio organismo non accettava ancora completamente quest’ aria, diciamo,“sintetica”, e cosi’ i primi minuti dovevo passarli aspettando che la vista si accomodasse, la respirazione si normalizzasse e che i battiti cardiaci rallentassero.
-Adesso muoviti, non farci perdere altro tempo….mi esortarono i due tizi che mi stavano scortando.
Erano due membri della confederazione M.A.F.C.O. , l’ organismo che riunisce sotto di sè vari enti…commerciale, finanziario e militare e i loro appartenenti venivano chiamati in modo provocatorio “schiavi”, proprio perche’ seguivano in maniera incondizionata gli ordini dei loro capi senza provare mai a mettere in discussione i loro piani.
I due che mi accompagnavano erano due soldati della sicurezza che pattugliavano le aree di confine e che per mia sfortuna mi avevano beccato a passare di la’ in quel momento.
Avevano tute militari da “esterno” rinforzate in kevlar e carbonio, per resistere ai colpi al plasma dei fucili d’ assalto che qualche malintenzionato avesse voluto provare a fregare la confederazione.
Anche loro avevano fucili d’ assalto caricati al plasma modello Cyclon, tanto per farmi desistere da qualsiasi tentativo di fuga.
Ad una rapida occhiata balzava subito all’ occhio una piccola targhetta metallica posta sulla zona pettorale sinistra con stampigliato sopra “Slave” e sotto il loro nome….caratteristico della sottomissione di quegli individui ai loro generali.
Mi incamminai lentamente lungo il lungo corridoio che dalla zona di carico mi avrebbe portato, pensai, alla zona di comando.
Le mani poste dietro, strette nella morsa delle manette a costrizione magnetica, cominciavano a farmi male ma sapevo che lamentarmi non avrebbe prodotto alcun risultato.
Mentre attraversavo quell’ ambiente, passai accanto ad un grande finestrone che mi permise di guardare all’ esterno, forse gia’ con un po’ di malinconia…e vidi alcune navi stellari, in appoggio a questa, solcare lo spazio accanto a noi mentre incrociavamo una nave cargo che orbitava intorno al piccolo pianeta alla nostra destra.
Piccoli incrociatori a corto raggio facevano la spola tra le varie navi di maggiori dimensioni…c’era fermento nello spazio attorno a noi pensai.
Ero finito su una fregata stellare di classe “Thunder” , un veicolo imponente con i suoi oltre 300 metri di lunghezza ma anche molto veloce grazie ai suoi potentissimi propulsori ad antimateria che gli permettevano di perlustrare il quadrante est con estrema efficacia.
Sfortunatamente per me oggi mi sono trovato ad imbattermi sulla sua rotta e non c’era stato scampo: mi avevano preso come un pesce nella rete.
Mentre avanzavo notavo che vi erano molti civili dediti a spostare materiali, riparare aree danneggiate o eventualmente a rinforzarle, sotto l’ attento sguardo di gruppetti di militari che davano indicazioni ora quà ora là….
In che guaio mi ero messo, sospirai, mentre scuotevo il capo.
Arrivato alla fine del corridoio, mi fermai davanti alla porta pressurizzata aspettando che venisse aperta, mentre i due tizi ragionavano tra loro.
Aperta la porta passai in un altro ambiente piu’ piccolo che faceva da anticamera al vano ascensore, che ci aspettava gia’ al piano.
Entrai insieme ai due, le porte dell’ ascensore si chiusero e cominciammo a salire.
Il tempo della salita fu breve ma mi permise di osservare meglio quelle tute…avevano rinforzi maggiori in corrispondenza delle articolazioni dei gomiti e delle spalle mentre non vi era nessun rinforzo nei polsi.
Ma mentre osservavo, uno dei due mi apostrofo’:
-Che hai da guardare, feccia?
-Ho sempre avuto un debole per le uniformi, lo schernì.
Ma non apprezzo’, tanto che alzo’ il calcio del fucile per darmelo in faccia…ma l’ apertura della porta mi salvo’ da un brutto livido.
-Scendi ! mi spinse fuori uno dei due.

Uscii dall’ ascensore per ritrovarmi in un altro piccolo ambiente che doveva essere subito prima del Ponte, sospettai.
Infatti appena si schiuse la grande porta pressurizzata davanti a me, un vasto ambiente si apri’ dinanzi a me, talmente vasto che facevo fatica a pensare che fosse solo un centro di comando.
La stanza aveva in mezzo una porzione rialzata con una grande poltrona, non troppo vistosa ma sicuramente comoda e davanti ad essa, in piedi, vi era una figura con le mani incrociate dietro e lo sguardo fisso a mirare l’ orizzonte davanti a se, attraverso l’ enorme parete di vetro.
-Guarda, guarda chi si rivede….esordi’ lui nel silenzio della sala…matmac, una vecchia conoscenza…anche stavolta ci re-incontriamo!
Appena entrato non l’ avevo riconosciuto subito, ma il tono della sua voce e la cadenza delle sue parole mi fecero ricordare subito chi fosse.
Il primo ufficiale della fregata comincio’ a leggere il mio dossier:
-Ufficiale medico di I° livello, 44 anni, altezza un metro e settanta, capelli castani, occhi verdi, razza terrestre…
Poi continuo': prevalente attivita’ lavorativa sulle lune di Giove, ma anche sulla cintura di Orione, attualmente segnalato su piccoli planetoidi w37 e w39 della costellazione della Libra….
E mentre snocciolava tutte le informazioni che mi riguardavano non potevo credere che fosse lui, non me lo sarei mai aspettato…perche’ lui e perche’ ora?
Ma sorridendo pensai che forse non mi era andata poi così male.
 
Ultima modifica di un moderatore:
In cima